Medici di famiglia sul sentiero di guerra

Ambulatori aperti 24 ore su 24 la rivolta dei medici di famiglia

NAPOLI - Medici di famiglia sul sentiero di guerra. La riforma prevista dal governo ha messo in subbuglio la categoria. Sulla questione, che prevede, tra l’altro, una reperibilità 24 ore su 24, sono intervenuti un po’ tutti i sindacati . Partiamo dal Sumai Medicina generale. «L’organizzazione, l’allocazione delle risorse e la copertura economica per realizzare strutture polifunzionali in grado di garantire assistenza h24 sette giorni su sette deve passare necessariamente attraverso un accordo integrativo regionale per la Medicina generale, che qui in Campania non viene rinnovato da almeno 8 anni» dichiara Saverio Annunziata, dirigente nazionale.

E insiste Giuseppe Tortora, vice segretario nazionale del Sumai: «Ci sembra indispensabile chiarire che non siamo contrari alla riforma, ma il Ministero deve essere esplicito su quali saranno le modalità attuative. Per noi, con la riforma, i medici di famiglia continueranno ad esercitare la propria attività nei propri studi, per garantire la capillarità della loro assistenza e presenza sul territorio, collegati tra loro per via telematica per scambiarsi i dati clinici dei pazienti e per elaborare informazioni di carattere statistico ed epidemiologico, come peraltro già adesso avviene. Contestualmente ciascun medico coprirà uno o più turni settimanali presso una struttura polifunzionale per la salute dove, con un’appropriata turnazione, verrà garantita la presenza di medici di famiglia per 12 ore diurne, mentre per i notturni e per i festivi, continuerà ad operare la continuità assistenziale, questa volta perfettamente integrata con i medici di famiglia».
 
Ci va invece con la mano pesante la Fimmg. «Questo decreto è la conseguenza di un colpo di sole estivo. Si tratta di disposizioni apocalittiche che uccideranno la figura del medico di famiglia, l'unico professionista che negli anni ha superato indenne le vicissitudini della sanità pubblica mantenendo sempre un alto grado di apprezzamento tra i cittadini. I sindacati come la Fimmg, evidentemente, se avallano passivamente le decisioni del ministro soffrono di sudditanza psicologica. Per noi, invece, questo sarà terreno di battaglia».

È il duro affondo del presidente nazionale del Sindacato medici italiani, Giuseppe Del Barone. Sono vari i passaggi del decreto che non vanno giù al sindacato dei medici di base e degli ospedalieri. A cominciare dall'apertura h 24 e 7 giorni su 7 degli studi dei medici di famiglia. «Una sciocchezza, una cosa inutile e dispendiosa» dice Del Barone. E aggiunge: «Per un po’ di tosse il paziente non chiamerà mai in piena notte il proprio medico così come non lo farà in caso di forti dolori al petto perché di sicuro scapperà al pronto soccorso più vicino. In più con vari medici consociati in un unico studio c'è il rischio che il paziente riceva nella stessa giornata diverse diagnosi e diverse terapie».
 
Anche Federfarma Napoli attraverso una nota inviata dal Presidente, Michele Di Iorio, al ministro Balduzzi e al commissario Caldoro, interviene criticamente sulle innovazioni che riguardano i medici di base. «È impensabile – dice Di Iorio – che una modifica così significativa del ruolo dei medici di famiglia sul territorio venga assunta senza un preventivo e serio confronto con tutte le categorie coinvolte. E non è altresì pensabile disporre con invarianza finanziaria una radicale modifica degli orari di lavoro, della capillarità e del ruolo attribuito ai medici di medicina generale».


Da IL MATTINO di Giovedì 30 Agosto 2012

 

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